La mozzarella campana sembra non trovare pace. A preoccupare non è tanto la situazione del mercato interno. È l’immagine che diamo nel mondo che dà i brividi e tutto ciò senza che i politici (dall’ultimo assessore ai ministri) se ne rendano davvero conto. E intanto calano i consumi all'estero.
Già ci avevano provato con la diossina, ora con l’annacquamento o l’uso di latte non di bufala. La mozzarella campana sembra proprio non poter avere pace. Se poi aggiungiamo la stupidità di certe associazioni di consumatori che invece di chiedere la chiusura per sempre dei caseifici criminali urlano che sia cancellata la Dop, la situazione si fa davvero tragica. A preoccupare non è tanto la situazione del mercato interno, dove i consumatori possono contare sulla serietà (quando c’è) dei distributori o sulla conoscenza diretta (meglio) di prodotti e produttori qualificati. È l’immagine che diamo nel mondo che da i brividi e tutto ciò senza che i politici (dall’ultimo assessore ai ministri) se ne rendano davvero conto.
In totale assenza di supporti e aiuti concreti l’immagine all’estero del Made in Italy a tavola è di fatto affidata solo alla buona volontà dei cuochi o dei commercianti italiani che fanno da ambasciatori delle aziende che riescono a vendere all’estero. Bastano però episodi negativi come quello delle mozzarelle per rovinare il lavoro di anni. Dalla Campania in questi giorni si è di fatto interrotta (come già successe con le presunte contaminazioni da diossina) l’esportazione delle mozzarelle con non pochi problemi e per chi ne aveva magari fatto uno degli elementi base dei menu. Pensiamo solo ai tanti cuochi del Gvci (Gruppo virtuali cuochi italiani nel mondo) che ora non sanno come giustificare con i loro clienti
Questa ennesima figuraccia italiana.
Una precisa testimonianza sui danni a cascata di questo ennesimo scandalo alimentare ci è stato raccontata da Emanuele Esposito (nella foto a sinistra), cuoco del villaggio Restaurants & lounges a Jeddah, in Arabia Saudita, dove la promozione dei prodotti alimentari italiani (dal Parmigiano Reggiano alla pasta Latini) è una delle iniziative che lo vedono maggiormente impegnato. Dopo due anni di sforzi Esposito era riuscito a fare apprezzare la mozzarella di bufala campana tanto da ricevere abitualmente ordini di acquisito da parte di due principi della famiglia reale saudita. Più in generale il ristorante dove lavora il cuoco italiano importa 10 kg di mozzarella di bufala Dop la settimana tramite un corriere Dhl. Il tutto a un costo di non poco conto, circa 28 euro al chilo. Nonostante un prezzo di vendita ovviamente ancora più elevato, la qualità del prodotto si è imposta, soppiantando le sole marche industriali prima conosciute. Sono bastate però le poche e confuse notizie diffuse dalla stampa internazionale sull’ennesimo scandalo alimentare italiano perché da 5 giorni non ci sia più un solo ordine di mozzarelle in Arabia.
A questo punto dire che occorre impegnarsi a rilanciare la qualità della mozzarella. Berlusconi che è sempre in prima pagina in tutto il mondo potrebbe anche mangiare in pubblico qualche mozzarella Dop, se poi nel fare questo è attorniato da qualche bella ragazza, poco male, sarebbe a fin di bene... Oltre a ciò occorre poi fare in modo che i controlli siano decisamente più frequenti e certi per garantire tutti. Non dimentichiamoci che oltre agli aspetti commerciali (fondamentali) ci sono in ballo anche quelli ancor più importanti della nostra salute. All’inizio del suo mandato ministeriali Luca Zaia (nella foto a destra) aveva promesso che chi i truffatori e i criminali che compivano reati sui prodotti alimentari sarebbero stati severamente puniti e sarebbero stati messi nella condizione di non poter più svolgere questa attività. Purtroppo questo non è ancora avvenuto e ci sono taroccatori di professione che passano da un reato all’altro quasi impunemente. Ci piacerebbe che il ministro, prima di passare dalla poltrona dell’Agricoltura a quella di Governatore del Veneto lasciasse un segno forte in questa direzione. Invece dei processi brevi che interessano solo il Capo del Governo, non sarebbe male un piccola riforma giudiziaria per aumentare le pene per chi commette frodi alimentari. Tutti ne sarebbero contenti e non ci sarebbero dubbi sulle intenzioni dei politici.
Una questione rilanciata con forza anche dall'assessore regionale all'agricoltura della campania, Gianfranco Nappi: «Ho proposto - dice - alle organizzazioni agricole la costituzione di un gruppo di lavoro giuridico e legale che assicurerà azioni legali nei confronti di tutti coloro, ovunque in Italia e nel mondo, attentino alla qualità e alla tipicità dei nostri prodotti. Anche se si trattasse di attentatori campani. Meritano le sanzioni più forti coloro che hanno violato il disciplinare di produzione della mozzarella Dop campana. Questo non solo per il fatto in sè, già grave perché mette in discussione un rapporto di fiducia con il consumatore che non va mai incrinato, ma soprattutto perchè ha dato adito a una nuova campagna denigratoria che corre il rischio di tradursi in un nuovo colpo ad un prodotto simbolo che troppi ci invidiano. Perchè sono tante le forze interessate a colpire la unicità del prodotto mozzarella».
«Se ci è concesso, allora, i più arrabbiati siamo noi campani, come sono arrabbiati gli allevatori e i produttori che assicurano una qualità generale che non può essere messa in discussione da singoli casi. Per questo va ridisegnato tutto il sistema ministeriale di costruzione e di vigilanza sui consorzi di tutela che tiene oggi fuori le Regioni in modo assurdo, come i fatti dimostrano. Occorre difendere e promuovere la mozzarella e l'eccellenza campana a fronte di chi, storpiandone il nome, alludendo ad essa con la sola forza economica e pubblicitaria, tende a invaderne scorrettamente lo spazio senza che il peraltro attento ministro Luca Zaia muova un passo, dica o faccia qualcosa. Solo perchè queste realtà produttive di grande scala si ritrovano a nord del Garigliano?», conclude Nappi.
In attesa di novità prenderà intanto il via martedì prossimo l'indagine della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati sulla vicenda del latte annacquato nella mozzarella di bufala campana. I componenti della Commissione presieduta da Paolo Russo (nella foto a sinistra) ascolteranno in audizione gli esponenti delle Camere di commercio di Caserta e Salerno, i rappresentanti della sezione lattiero-casearia dell'Unione industriali di Caserta e quelli di Assolatte, i rappresentanti di cooperative agricole e organizzazioni professionali dei territori, ma anche l'Associazione italiana allevatori, quella regionale campana, la Lega allevatori bufalini e l'Associazione nazionale allevatori specie bufalina. Il 28 gennaio, poi, saranno ascoltate le aziende con esperienza nel settore della tracciabilità dei prodotti agroalimentari, esponenti del consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop e gli assessori all'Agricoltura delle Regioni Campania e Lazio. « Abbiamo la necessità di acquisire elementi utili alla messa a punto di interventi più stringenti per la difesa della qualità del prodotto e della filiera - spiega Russo - la mozzarella di bufala Dop è un prodotto di eccellenza e chi la produce onestamente non deve soccombere ad una minoranza di imbroglioni ».
Fonte: Italia a Tavola