Alzi la mano chi non ha mai detto: ci andiamo a mangiare una pizza? Impossibile che esista anche un solo italiano che non abbia mai nemmeno assaggiato uno dei cibi più buoni e famosi sulla faccia della Terra. Che poi il soggetto sia impossibilitato anche solo ad assaggiarla a causa di particolari intolleranze alimentari, è un altro discorso. Ma non si tratta solo di un discorso culinario. La pizza, fa allegria, fa uscita con gli amici per fare due chiacchiere, fa un pranzo veloce ma soddisfacente, fa serata completa, fa divertimento con i bambini.
A volte è sufficiente guardare anche solo una fotografia con una pizza, per farci venire l'acquolina in bocca. Alcuni prediligono la pizza napoletana verace, quella che fanno proprio lì, a Napoli, e che si mangia piegata “ a libretto”. Abitudine nata dalle sue origini.
La pizza nasce infatti come cibo da strada, ed era quindi impossibile mangiarla in altra maniera. Le pizzerie, cioè luoghi dove ci si siede e la si ingurgita con forchetta e coltello, si sono diffuse a Napoli solo a partire dagli anni Cinquanta. Ieri, si potrebbe dire. E si è dovuto aspettare ancora qualche anno per vederne la diffusione a tappeto anche nel resto d'Italia. All’inizio, le prime pizze non assomigliavano per niente a quelle che conosciamo adesso. Erano piccole, poco croccanti, molto più simili a quelle che siamo abituati a prepararci in casa. Comunque, buone, erano buone ugualmente.
Quindi, dagli anni Settanta/Ottanta in poi, c'è stato un proliferare di pizzerie, praticamente in tutto il mondo. Tanto che i trasvolatori d’oceano, in direzione New York, quando l’aereo comincia ad abbassarsi su Long Island per atterrare al J.F. Kennedy, la prima parola che leggono dall’oblò dell’apparecchio all’arrivo nel nuovo continente è la gigantesca insegna di una famosa pizza di marca americana.
Con una tale varietà di locali, poi, ognuno ha la sua pizzeria preferita. E' un dato molto soggettivo, non credo che esista “la pizzeria più buona di tutta la città” in senso assoluto. Capita spesso di sentirsi dire quando si è fuori città e chiedi consiglio su dove andare a mangiare una buona pizza, vai lì perché “come la fanno lì non la fanno da nessuna altra parte”, e altrettanto spesso capita di uscirne delusi. O perché è difficile da digerire, o perché troppo parca negli ingredienti, o perché troppo insipida, o perché troppo sapida. Analogamente, se propongo noi la nostra pizzeria preferita, non tutti sono poi della stessa opinione.
All’origine, di tipi di pizze ce n'erano pochissimi. Marinara, margherita, napoletana. E poi si è iniziato con quelle più arzigogolate. A partire dalla prosciutto, con o senza funghi, alla diavola, quattro stagioni, fino ad arrivare alle aberrazioni del tipo americano. Dove ci mettono di tutto, anche l'ananas e gli smarties. Ma noi Italiani dobbiamo andare fieri della “pizza italiana”, ovvero la pizza nella quale ci ritroviamo per gusto e tradizione della regione o provincia a cui apparteniamo.