La celiachia in Italia è una realtà sempre più forte all'interno della società italiana. La sua incidenza, infatti, negli ultimi 10 anni, è balzata rapidamente alle cronache, passando sempre più da fenomeno circoscritto, a vera e propria realtà sociale. Basti pensare che fino agli anni '90 la sua incidenza sulla popolazione totale era bassissima (all'incirca 1: 10.000) e pressoché sconosciuto ai più era il significato stesso del termine. La recente adozione di screening diffusi ha permesso però di delineare le dimensioni reali del fenomeno.I celiaci diagnosticati nel nostro Paese sono circa 60.000 e si stima, per difetto, che ve ne siano altri 400.000 potenziali, non diagnosticati. Tali dati confermano la tendenza dell'Italia ad avvicinarsi ai tassi già registrati in altri Paesi europei, con una percentuale di incidenza attuale che è stimata in un soggetto ogni 100/150.Ogni anno vengono effettuate 5.000 nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un tasso di crescita che è di circa il 9% annuo.
Cos'è la Celiachia?
La celiachia è una malattia cronica dell'apparato digerente, detta anche "Sprue nostrana", caratterizzata da una "sindrome di malassorbimento alimentare" indotta dall'ingestione di cibi contenenti glutine in individui privi degli enzimi per la digestione di queste proteine.
La malattia è causata da un'intolleranza alle proteine del glutine, in riferimento alla proteina denominata gliadina. Si indicano con il nome di "sindromi di malassorbimento", situazioni che creano ostacolo all'arrivo delle sostanze nutritive alimentari al sangue e comportano la perdita di una certa quantità di esse con le feci. Il malassorbimento non rappresenta la situazione clinica dominante in questa forma morbosa, ma piuttosto un elemento di aggravamento della situazione dei pazienti con: notevole perdita di peso, scadimento delle condizioni generali e ridotto accrescimento della persona con eliminazione frequente di feci abbondanti giallo-grigiastre e untuose, prive di muco e di sangue. Questi sintomi, che si accompagnano spesso ad anemizzazione (s.p. diminuzione nel sangue di emoglobina e globuli rossi che causa fiacchezza, indebolimento, snervatezza), compaiono però in fasi avanzate. Inizialmente il malato lamenta soltanto astenia psico-fisica marcata (sp.diminuzione della capacità al lavoro muscolare), diarrea, vago malessere addominale con gonfiori intestinali accompagnati da borborigmi ( gorgoglio addominale spontaneo causato dal rapido spostamento dei gas e liquidi intestinali).
Il malassorbimento può avere momenti causali diversi e manifestarsi con quadri morbosi di varia natura, diagnosticabili con esami specifici. La celiachia ha un malassorbimento globale sostenuto da una riduzione della superficie di assorbimento intestinale a livello dell'Intestino Tenue. La riduzione della superficie di assorbimento nell'intestino regredisce con l'esclusione del glutine dalla dieta alimentare, cioè non ingerendo più alimenti contenenti glutine.La farina di frumento è composta da una frazione amilacea innocua ( amilaceo=sostanzache contiene amido o che ha la natura dell'amido) e da una frazione proteica detta glutine (gliadina). Il "Morbo celiaco" è dovuto, come abbiamo accennato prima, nelle persone che ne soffrono, all'assenza degli enzimi digestivi necessari a scindere la gliadina nelle sue frazioni innocue glutamina e prolina. La gliadina intera, non scissa nelle sue componenti, svolge allora un'azione tossica nei confronti della mucosa intestinale, che nel tempo si presenterà priva di villi, piatta,pallida. I villi si atrofizzano, le cellule che li rivestono degenerano, talora compaiono ulcerazioni con pericolo di emorragie. L'assorbimento degli alimenti risulta così gravemente compromesso e da qui deriva la sintomatologia tipica della "enteropatia da glutine". Tale sintomatologia varia a seconda dell'età; può colpire in qualsiasi periodo della vita, sia gli adulti che i bambini, e non può essere trasmessa in nessun modo se non geneticamente.
Nel bambino i disturbi compaiono particolarmente con il passaggio a una dieta mista, contenente farine di cereali (pane e pasta soprattutto). L'esordio è in genere insidioso, tanto che all'inizio sembra di avere a che fare con una banale forma dispeptica, anche se caratterizzata da frequenti ricadute. In seguito compaiono i segni di una vera e propria "sindrome di malassorbimento" tale da determinare un certo calo di anemia ed un ritardo nell'accrescimento. Tuttavia in certi casi l'inizio può essere anche violento ed improvviso, con una diarrea profusa e vomito. La situazione del bambino può anche andare incontro a spontaneo miglioramento verso i venti-trent'anni per poi ripresentarsi in età più avanzata. Nell'adulto il decorso è in genere più lieve e senza gravi compromissioni dello stato generale. Lunghe fasi di miglioramento spontaneo sono interrotte generalmente da episodi di stress psico-fisico con emozioni intense, affaticamento, interventi chirurgici, gravidanza ecc....Le manifestazioni della malattia dipendono particolarmente dal "malassorbimento lipidico" e, in parte, anche dal "malassorbimento vitaminico", che riguarda soprattutto le vitamine liposolubili ( A, D, K ) e le vitamine del gruppo B (acido folico e vitamina B12).